Sul numero di maggio della rivista Vita è stato pubblicato un editoriale del vice presidente della Corte Costituzionale ed ex premier Giuliano Amato, dal titolo "La responsabilità politica del Terzo settore".
Si tratta di un vero e proprio appello, da parte del giurista e politico, nei confronti dell'universo sociale che, a suo modo di vedere, ha il dovere di considerare "tra le proprie prospettive, e tra le proprie responsabilità, anche quella di concorrere alla provvista del personale politico in una democrazia che, per essere davvero tale, ha l'ineludibile ma ormai inappagato bisogno che quel personale sia munito dell'addestramento di cui esso oggi possiede il monopolio o quasi".
Per Giuliano Amato un impegno concreto del Terzo settore nella politica italiana sarebbe, infatti, quanto mai auspicabile per contrastare il progressivo indebolimento delle "formazioni intermedie", quali la famiglia nei rapporti privati, i partiti e i sindacati in quelli collettivi e pubblici, sulle quali la nostra società si è retta in passato.
Sussidiarietà e cittadinanza attiva come antidoti, quindi, per prevenire le derive populiste e "mantenere vivi assetti democratici che tali siano dalle radici della società ai vertici delle istituzioni rappresentative". Il Terzo settore, in questo senso, può fungere da collante tra la società civile e la politica perché portatore, concretamente, di tutti quei principi di impegno solidale e responsabilità verso l'altro, che rappresentano, secondo Giuliano Amato "esattamente ciò di cui le nostre istituzioni rappresentative hanno più bisogno per assolvere alle loro funzioni così come si pensava quando furono concepite".
L'editoriale completo di Giuliano Amato su Vita.it >>