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"Per un ruolo diverso dell'Italia su diritti umani e democrazia in Egitto". L'appello di Aoi
Le Ong chiedono al Governo con urgenza l'attivazione di un meccanismo di protezione dei difensori dei diritti umani e lo stop dei flussi turistici verso l'Egitto
"Il tragico caso di Giulio Regeni ha aperto una finestra sulla grave situazione dei diritti umani in Egitto, molto peggiorata dal 2013 ad oggi, in particolare per quanto riguarda i diritti civili e politici. La politica della presidenza di al-Sisi, che ha governato senza parlamento nazionale fino all'inizio di quest'anno, è stata quella di rimuovere il dissenso e liquidare l'opposizione politica, sia islamica che laica. I mezzi utilizzati sono i più diversi: dalla persecuzione amministrativa per presunta ricezione di fondi esteri, al sequestro di materiale e documenti, dalla messa al bando di organizzazioni civili con l'accusa di legami con il terrorismo, all'interdizione di viaggiare all'estero imposta a riconosciuti difensori dei diritti umani, dall'arresto arbitrario, all'aggressione fisica degli attivisti". Sono queste le premesse dell'articolato documento prodotto dalle Ong della rete AOI per chiedere al Governo italiano con urgenza l'attivazione di un meccanismo di protezione dei difensori dei diritti umani e degli attivisti egiziani presenti in Italia e di quelli che nel loro Paese lavorano con la società civile italiana ed europea, nonché lo stop dei flussi turistici verso l'Egitto meccanismo dello "sconsiglio" governativo. Accanto alle azioni urgenti, nell'appello anche la richiesta di attivazione di una serie di azioni e politiche di medio termine tese al ripristino della democrazia, alla liberazione dei prigionieri politici, alla sospensione delle misure delle autorità egiziane contro le ong indipendenti.