Assemblea regionale delle Coop sociali: "Abbiamo salvaguardato il lavoro sociale, ora chiediamo che sia valorizzato"
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Data: 19 Maggio 2022
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Emilia Romagna
Salvaguardati e persino aumentati i posti di lavoro e il fatturato, ma a scapito degli utili di impresa, pressoché azzerati dopo due anni di pandemia e l'aumento dei costi energetici. È il bilancio delle Coop Sociali che, dall'assemblea regionale di Confcooperative Federsolidarietà Emilia Romagna, tenutasi lo scorso 12 maggio al Sydney Hotel di Bologna, chiedono un sostegno più concreto da parte delle istituzioni, affinché venga valorizzato il lavoro sociale, al quale occorre restituire dignità anche in termini di riconoscimento economico.
Al termine dell'evento, dal titolo "Su la testa! Le cooperative sociali includono", che ha visto anche l'intervento della vicepresidente di Regione Emilia-Romagna con delega alle Politiche sociali, Elly Schlein, è avvenuta l'elezione all'unanimità di Antonio Buzzi - cinquantaduenne di Cotignola (RA) già presidente del Consorzio Solco di Ravenna - che succede a Luca Del Pozzo come nuovo presidente regionale.
Hanno partecipato ai lavori più di 140 delegati, in rappresentanza delle 460 cooperative sociali aderenti alla Federazione regionale, che occupano 29.917 persone (74% a tempo indeterminato, per il 66% donne e con quasi 11.000 lavoratori svantaggiati), con 23.947 soci (rappresentano il 55% dei lavoratori) e un volume d'affari sviluppato di 1 miliardo e 67 milioni di euro. Presenti, tra gli altri, il presidente di Confcooperative Emilia Romagna Francesco Milza e il presidente nazionale di Confcooperative Federsolidarietà Stefano Granata - oltre ai rappresentanti delle altre centrali cooperative e del Forum Terzo Settore dell'Emilia-Romagna.
"Tra il 2018 e il 2021 abbiamo registrato una crescita del 23% degli occupati nelle nostre cooperative sociali con +38% di lavoratori svantaggiati, e un aumento di 10% del fatturato che ha così superato il miliardo di euro - ha dichiarato nella sua relazione Luca Dal Pozzo, presidente uscente di Confcooperative Federsolidarietà Emilia Romagna -. Gli utili da 13 milioni di euro del 2018 si sono ridotti ad appena 2 milioni di euro dell'anno scorso, e questo perché abbiamo scelto di salvaguardare i posti di lavoro e la sostenibilità delle nostre imprese, facendo importanti sacrifici sotto tutti i punti di vista". "Questa situazione - ha continuato Dal Pozzo - deve indurre tutti a una riflessione: solo con una forte scelta sussidiaria da parte delle Istituzioni e la disponibilità a investire risorse aggiuntive possiamo continuare a garantire la tenuta del modello di welfare emiliano-romagnolo, basato sulla collaborazione consolidata tra Enti pubblici e Terzo Settore. È l'unica strada che abbiamo per mantenere qualità, quantità e universalità dei servizi, e per ridare dignità al lavoro sociale che merita un adeguato riconoscimento anche in termini economici. Ma tutto questo - ha aggiunto Dal Pozzo, che continuerà a mantenere la carica di vicepresidente di Confcooperative Emilia Romagna con delega all'intersettorialità - parte da un cambiamento culturale, sia da parte delle Istituzioni che delle imprese profit e dei cittadini: siamo tutti chiamati a riconoscere il valore e la dignità del lavoro sociale".
Il contributo fondamentale della cooperazione sociale per la tenuta del sistema di welfare della regionale è riconosciuto pienamente da Elly Schlein che, accogliendo le parole di Dal Pozzo, ha rilanciato l'impegno delle istituzioni nel "valorizzare il lavoro sociale, cercando un punto di equilibrio condiviso con gli altri Enti pubblici per un adeguato riconoscimento dei servizi svolti dal Terzo Settore, che ha una funzione imprescindibile". La vicepresidente di Regione Emilia-Romagna a quindi aggiunto: "Viviamo una contingenza difficilissima ma favorevole in termini di risorse a partire da quelle del PNRR. Tuttavia non siamo del tutto soddisfatti del dialogo con il Governo; al momento infatti sono rimaste fuori alcune priorità di investimenti come quelle sulla riqualificazione delle strutture residenziali e semi-residenziali, per le quali dovremo trovare insieme nuove forme di finanziamento".
A dettare la linea per il futuro delle Coop. sociali è infine il neo Presidente di Confcooperative Federsolidarietà Emilia Romagna Antonio Buzzi, intervenuto al termine dei lavori. "La cooperazione sociale gestisce il 70% dei servizi alla persona dell'Emilia-Romagna - ha dichiarato Buzzi - rappresentando così un asset fondamentale e imprescindibile del welfare di questa regione. Ci aspettano grandi sfide a partire dal rinnovo dell'accreditamento socio-sanitario delle nostre strutture\servizi dal quale dipende più della metà del fatturato delle nostre cooperative sociali; questo rinnovo deve tenere conto degli aumenti di costi a cui stiamo facendo fronte e della necessità di dare un adeguato riconoscimento al lavoro sociale".
E a proposito di lavoro, Buzzi ha sottolineato l'importanza di "sostenere le cooperative sociali di tipo B impegnate nell'inserimento lavorativo di persone svantaggiate, che devono poter contare su contratti adeguati alla loro tipologia di imprese che fanno inclusione sociale e non possono essere trattate come le aziende profit che lavorano solo con personale normo-dotato". Infine, Buzzi ha acceso i riflettori sulle prospettive aperte dal PNRR: "Le nostre cooperative sociali devono farsi trovare pronte a intercettare risorse presentando progetti di innovazione, digitalizzazione e investimenti tecnologici che possano portare a nuovi servizi capaci di rispondere ai tanti nuovi bisogni delle comunità".