"L'importante è fare qualcosa, se no siamo condannati alla galera della solitudine". Le parole sono di don Giovanni Nicolini, parroco del carcere della Dozza, e son state portate al centro del consiglio regionale di metà mandato della Uisp Emilia-Romagna, promosso dall'associazione per parlare di quanto fatto finora, a due anni dal congresso regionale, e quanto invece ancora c'è da fare fino al termine del mandato. Due anni in cui con il percorso formativo degli operatori Uisp "Briciole di Pollicino" sono stati organizzati 117 corsi, con la partecipazione in totale di 2.300 persone.
"In questi primi due anni abbiamo affrontato molti cambiamenti - ha detto il presidente della Uisp regionale, Mauro Rozzi, aprendo il consiglio - ma siamo pronti per altre innovazioni". Tra le cose da fare ci sono prestare una maggiore attenzione agli impianti e soprattutto "un'analisi seria su alcuni episodi di violenza nello sport: una situazione imbarazzante".
Tanti i temi approfonditi nel corso delle due giornate. A partire dal ruolo dello sport come strumento per promuovere la salute e il benessere fisico, fino ai temi che da sempre hanno caratterizzato le attività sportive Uisp: il tema dei diritti, della lotta alle disuguaglianze e dell'accoglienza e il tema della sostenibilità e del rispetto per l'ambiente.