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Terzo Settore non come prestatore di servizi ma come partner istituzionale di collaborazione orizzontale e condivisa

Terzo Settore non come prestatore di servizi ma come partner istituzionale di collaborazione orizzontale e condivisa

Intervista a Erika Capasso, la nuova delegata del Sindaco di Bologna a Quartieri e Immaginazione civica, Politiche per il Terzo Settore e Bilancio Partecipativo
Terzo Settore non come prestatore di servizi ma come partner istituzionale di collaborazione orizzontale e condivisa
Data: 18 Novembre 2021 Bologna
  • Data: 18 Novembre 2021
  • Bologna

Erika Capasso è delegata del Sindaco a Quartieri e Immaginazione civica, Progetto Case di Quartiere, Politiche per il Terzo Settore, Bilancio Partecipativo, Inchiesta sociale, rapporti con la Fondazione Innovazione Urbana. Le abbiamo posto alcune domande sui futuri rapporti tra Comune di Bologna e Terzo Settore.

Qual è la tua storia professionale e come sei arrivata a occuparti di Terzo Settore?

Mi sono laureata in Cooperazione internazionale, sviluppo e diritti umani all'Università di Bologna e ho fatto un corso di euro progettazione. Ho vissuto per quasi un anno in Canada e poi ho avuto l'occasione di essere la collaboratrice di Elly Schlein al Parlamento europeo per 4 anni. Mi sono occupata con lei del rapporto con i territori e dei temi sociali legati principalmente alla riforma del regolamento di Dublino che determina i criteri di accoglienza dei richiedenti asilo in Europa. Proprio in questa occasione abbiamo lavorato molto con gli enti del Terzo Settore che si occupano di migrazioni; anzi fin da allora, posso dire, abbiamo iniziato un lungo percorso di coinvolgimento già in un'ottica di co-progettazione. Dal 2017 al 2021, sono stata presidente della onlus Hayat che è un'associazione che lavora sul territorio bolognese e porta avanti percorsi di autonomia per persone con background migratorio e per persone che sono in condizioni di marginalità. Nel 2019 ho avviato anche un progetto al confine tra Turchia e Siria rivolto alle donne e bambini siriani che continua tutt'oggi e che grazie alle persone che ora guidano l'associazione ha superato anche la crisi pandemica.

Attualmente sto facendo un dottorato di ricerca in sociologia della cultura che s'intreccia con gli ambiti di lavoro delle mie deleghe. Penso che sia prezioso e un privilegio avere più prospettive per lavorare bene sulle cose: nel mio percorso personale ho potuto infatti trattare di temi sociali lavorando prima in un'istituzione europea, poi in un'associazione territoriale e infine dal punto di vista accademico: questo ultimo punto di vista è molto importante ed è da rimettere in campo proprio quando si parla del ruolo del Terzo Settore e della sua importanza di fronte alla sfide che abbiamo davanti.

Come si configureranno il rapporti tra il Comune con il Terzo Settore in vista dell'attuazione della riforma?

È un momento delicato. Entra in vigore il Registro Unico Nazionale Terzo Settore (RUNTS) e inizia a prendere forma la riforma del Terzo Settore. Abbiamo sentito l'esigenza di lavorare subito su questo e infatti la settimana dopo l'insediamento della Giunta abbiamo incontrato il Forum che ci ha consegnato un documento sulla co-progettazione e co-programmazione di cui personalmente condivido la visione e l'indirizzo.

Come creare allora una cultura condivisa con la PA rispetto alla co-programmazione e co-progettazione; come pensate di sviluppare questo tema nei prossimi anni a livello metropolitano?

Bisogna riprendere e definire il percorso già avviato dalla precedente amministrazione per l'adozione di un regolamento unico sulle forme di collaborazione con la cittadinanza che metta al centro proprio la co-progettazione e la co-programmazione. Bisogna anche introdurre e potenziare il concetto di sussidiarietà orizzontale. Questo percorso non è solo tecnico e amministrativo ma comporta anche una trasformazione culturale verso forme di amministrazione condivisa. Con questo intendo dire che occorre lavorare sempre più in termini di potere decisionale e di servizi assieme ai corpi intermedi come sono gli enti e le associazioni locali e metropolitane che conoscono le peculiarità del territorio di riferimento. Quindi una relazione che sia sempre più forte e improntata ad avere un patto tra Amministrazione e Terzo Settore con degli obiettivi chiari che vadano incontro alle grandi sfide che ci troviamo di fronte, ovvero la lotta alle disuguaglianze sociali e la transizione ecologica. In tutto questo, il Terzo Settore, deve avere un ruolo centrale.

Infine uno degli elementi più forti di novità è cercare di portare queste modalità in altri ambiti oltre quelli sociali dove esiste già una certa storia: questi metodi devono essere applicati anche in settori come lo sport, la cultura e l'istruzione.

Un altro elemento di novità è rappresentato dalle risorse economiche offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: che ruolo avrà il Terzo Settore?

Adesso ci troviamo di fronte alla grande opportunità che ci dà il Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza e bisogna saperla accogliere e in questo il Terzo Settore avrà un ruolo cruciale soprattutto rispetto alla quinta missione del PNRR, quella dedicata alla coesione sociale e all'inclusione sociale: su questo dovremo fare un lavoro importante per testare le potenzialità della co-progettazione e co-programmazione. La volontà del Comune di Bologna è quella che ci sia un lavoro sempre più integrato e che il Terzo Settore non venga più considerato come mero esecutore e prestatore di servizi ma come partner per gestire queste risorse che ci verranno dal PNRR.