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Diritto alla residenza e diritto al voto per i senza dimora. L'appello di Fiopsd e Avvocato di Strada
A poche settimane dalle elezioni le associazioni invitano i sindaci a farsi garanti del diritto alla residenza delle persone che vivono in strada nel loro territorio, consentendo loro di votare
"Il prossimo 5 giugno si svolgeranno le elezioni amministrative per il rinnovo delle cariche di 1.368 comuni in tutta Italia. Da questo importante momento per la vita del Paese rischiano di essere escluse le oltre 50 mila persone che vivono in strada secondo l'ultima rilevazione fatta da Istat in collaborazione con Fiopsd". Sono queste le ragioni dell'appello lanciato da Fiopsd e Avvocato di Strada a tutti i Sindaci dei comuni italiani che andranno al voto perché si facciano garanti del diritto alla residenza delle persone che vivono in strada nel loro territorio, consentendo loro di votare e rispettando un loro diritto costituzionale.
"Uno dei problemi più sentiti da queste persone è senza dubbio quello della mancanza della residenza anagrafica, senza la quale si perdono gran parte dei diritti civili e tra questi c'è il diritto di voto - sottolineano i promotori dell'appello - Dare la residenza a chi non ha una dimora fissa potrebbe sembrare una questione di difficile soluzione, ma così non è. La legge anagrafica n. 1228 del 24 dicembre 1954 consente a chi vive in strada di prendere la residenza in vari modi: presso la via fittizia dei comuni che l'hanno deliberata, indicando come domicilio la sede di un'associazione o di un'altra struttura dove si è conosciuti, o, come ultima ratio, chiedendola nel proprio paese di nascita". "Con la residenza non si ottiene solo il diritto di voto - spiegano Fiospd e Avvocato di strada - ma si consente alle persone di potersi curare, di potersi iscrivere al centro per l'impiego, di poter essere seguiti dai servizi sociali e di poter intraprendere davvero un percorso di recupero che altrimenti diventa impossibile".