Sono disponibili i primi dati sul Reddito di solidarietà in Emilia-Romagna, la misura attivata dalla Regione a sostegno delle persone in gravi difficoltà economiche. L'elaborazione è stata fatta dall'Università di Modena e Reggio Emilia, che ha esaminato il periodo d'avvio del Res, 18 settembre-28 novembre, prendendo in considerazione le domande ricevute dai servizi sociali dei Comuni e l'esito dei controlli effettuati dall'Inps, a cui spetta l'ultima parola per l'assegnazione del sussidio.
In due mesi delle 6mila richieste arrivate, 1.700 sono quelle già accolte, con le restanti in corso di valutazione ma con buone possibilità di risultare idonee, visto che le respinte finora non sono andate oltre il 15%. E si prosegue con una media di 800 domande alla settimana.
Il 70% dei beneficiari sono cittadini italiani, rispetto al 30% distribuito fra residenti comunitari e extracomunitari. I richiedenti si dividono pressoché alla pari fra uomini (50,6%) e donne (49,4%). Nel dettaglio circa la metà dei nuclei familiari finora ammessi al Reddito di solidarietà è composta da una sola persona e oltre i due terzi (69%) non ha minori a carico. Il 14,2% ha un minore, l'11,9% due, e solo l'1,1% ha più di quattro figli. Per quanto riguarda l'età, un terzo delle famiglie ha un richiedente con almeno 56 anni e circa il 60% con più di 45 anni.
A livello territoriale, le richieste arrivate ai Servizi sociali sono state: 1.556 per la provincia di Bologna, 912 a Modena, 591 a Rimini, 573 a Ravenna, 571 a Reggio Emilia, 514 a Ferrara, 497 a Parma, 477 a Forlì-Cesena e 368 a Piacenza.
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