"Al Convegno nazionale sulla Riforma del terzo settore promosso dal Forum del Terzo Settore dell'Emilia Romagna lo scorso 20 febbraio sarebbe stato utile riascoltare la recente intervista che l'assessore ai servizi sociali del Comune di Brescia Felice Scalvini ha rilasciato a Radio Città del Capo". A sottolinearlo è il Responsabile di Legacoopsociali Emilia-Romagna, Alberto Alberani, che ribadisce la necessità di superare il sistema delle gare d'appalto per i servizi alla persona.
"Il Comune di Brescia - ricorda Alberto Alberani - ha promosso il programma 'gare zero' per ciò che riguarda i servizi alla persona. Dormitori, asili, assistenza domiciliare saranno affidati a gestori con altre modalità e a tariffa definita e non ribassabile. Dimostrando che si può cambiare rotta ed evitando di promuovere il cannibalismo di soggetti gestori troppo spesso costretti a rinunciare alla loro mission pur di garantire occupazione, prevenendo fenomeni negativi e la generazione di vicende come quella recente di Roma".
Un grande impegno, ma di certo non impossibile, come dimostra il fatto che anche in Europa da sempre la relazione fra terzo settore e gestori di servizi non è condizionata dalle gare d'appalto, ma da altre pratiche, come la concessione, la finanza di progetto, l'accreditamento.
"Anche nella Regione Emilia-Romagna - prosegue Alberani - abbiamo dimostrato che si può fare quando abbiamo congiuntamente concordato che i 900 servizi socio-sanitari rivolti a persone disabili e anziane venissero sottratti al mercato delle gare passando a un sistema di accreditamento, certamente complesso e da migliorare, ma che ha garantito qualità dei servizi grazie anche al lavoro regolare e qualificato e continuità gestionali".
"Dopo l'accreditamento di questi servizi - aggiunge Alberani - sarebbe opportuno superare le gare d'appalto degli asili nido, dei dormitori, dei servizi per minori, partendo dalle buone pratiche esistenti, come l'accreditamento regionale o quella di Brescia, anche per valorizzare la qualità e continuità dei servizi che si può realizzare solo attraverso una valorizzazione del lavoro sociale regolare, il contrasto del lavoro nero e la definizione chiara del volontariato".
Un processo, in sostanza di miglioramento dell'esistente, ma anche di ampliamento di questo sistema a tutti i servizi sociali. "La scelta dell'accreditamento in Emilia-Romagna - conclude il responsabile di Legacoopsociali - è stata una scelta politica comunitaria che, grazie alla partecipazione e alla condivisione, ha garantito l'integrazione fra sviluppo economico e coesione sociale offrendo servizi concreti e di alta qualità alle persone. Ora, però, si tratta di andare avanti ed è quindi fondamentale la collaborazione e l'impegno della nuova Giunta regionale e degli amministratori locali".