Superare i limiti degli strumenti operativi e della normativa che attualmente regola la gestione dei beni sequestrati e confiscati alle mafie. E' il punto di partenza della proposta di profonda revisione della materia, presentata lo scorso 13 luglio a Roma da un gruppo di lavoro promosso da Fondazione con il sud, assieme a Forum Terzo Settore Nazionale, Fondazione Cariplo, Fondazione Cariparo, Fondazione Sicilia, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. La proposta nasce da uno studio, realizzato dal gruppo di lavoro insieme a Nomisma, che ha individuato i punti decisivi di una possibile e auspicata revisione della materia partendo dai dati nazionali da cui emerge come solo una piccolissima percentuale di beni confiscati vengano di fatto riutilizzati.
Per questo, secondo i promotori della ricerca "non è sufficiente impegnarsi nella difesa dell'attuale sistema, occorre invece un'operazione culturale, civile e politica che rilanci in avanti il tema in una nuova e migliore integrazione tra legalità, coesione sociale e sviluppo. Occorre un forte recupero in termini di coordinamento delle competenze e delle attività, di trasparenza, di pubblicità delle informazioni".